Team Marraro = Valore  Emozione  Informazione


L'Hap Ki Do in Italia e iconosciuto dalla Federazione Italiana Hap Ki Do (F.I.HAP.), dalla Internetional Dae Myung Moo Do Federation Italy (I.D.M.F.I.), dalla International Dae Myung Moo Do Federation (I.D.M.F. USA) e dalla World Hapkido Martial Arts Federation (W.H.M.A.F. Corea del Sud).

Promotore della Federazione è il M° Giampiero Leonardi 6° Dan di Hap ki Do, 8° Dan Tae Kwon Do.

Io sono Rosario Rossano Marraro Maestro 4° Dan di Hap Ki Do (W.H.M.A.F.) Ho deciso di aprire questo sito in Sicilia per divulgare e far conoscere queste stupende Arte Marziale Coreana, discipline cheinsegno nella Società Sportiva (Il Drago e la Tigre), e che pratico dal 1999, appassionandomi ogni giorno di più.

Ringrazio il mio Maestro Giampiero Leonardi, che ha acconsentito all'attivazione del sito e alla divulgazione del materiale tecnico, ed a mia moglie Filippa Di Maggio "quale Presidente della società", i quali mi sostengono e mi appoggiano nel mio lavoro.

Nel gennaio del 1999 il mio Maestro di Tae Kwon Do, Giovanni Di Malta, ci chiese se volevamo accogliere l’invito a far parte di un corso per diventare praticanti di Hap Ki Do. Il corso era aperto a tutte le cinture nere/rosse di Tae kwon Do. Il corso, denominato “beta” era diviso in dodici livelli con esame finale per il conseguimento della cintura nera. Al corso era presente anche Diego Alcamo, mio amico e abilissimo atleta ed insegnante con il quale feci coppia fissa per i successivi quattro anni. Alle 120 ore di studio degli stage ne seguirono più del doppio nelle nostre palestre per perfezionare e migliorare continuamente le tecniche apprese. Nel dicembre 2003 sostenemmo l’esame di cintura nera I Dan.

L'intesa tra me ed il mio amico-collega ci portò anche ad aprire un corso di difesa personale in Sicilia, lui a Mazara del Vallo (TP) ed io a Palermo e Catania.

L'8 gennaio 2007, in accordo con la Sig.ra Filippa di Maggio, abbiamo fondato l'Associazione Sportiva Dilettantistica denominata Il Drago e la Tigre - Arti Marziali.

Il 21 giugno 2009, lo stesso giorno del corso di aggiornamento per tutti gli Atleti Regione Sicilia, Il Dir. Tecnico M° Giampiero Leonardi, ha nominato il M° Diego Alcamo Direttore Tecnico e il sottoscritto a Presidente dell'Hap Ki Do per la Regione Sicilia.

Il 20 dicembre 2009, per la Manifestazione di Hap ki Do, Il Dir. Tecnico M° Giampiero Leonardi, mi ha proposto per la carica di Referente Regionale per la Regione Sicilia di Hap Ki Do e Tae Kwon Do al Presidente Prof. Fsco. Proietti del C.S.E.N.

Il 29 gennaio 2010, ricevo di nomina a Referente Regionale Sicilia per i settori sportivi: Hap Ki Do - Tae Kwon Do dello CSEN.

Durante il Seminario Internazionale tenutosi dal 4 al 14 febbraio 2010 a Wittenberg (Germania), con il Dojunim Kim Yun Sang , il diretto successore del fondatore dell'Hapkido il Dojunim Choi Young Sul dell'Hapkiyusul e l'organizzatore dell'evento M° Nadine e Volker Gossling, sono stato associato come membro d'onore di rappresentanza FIHAP con la International Hap Ki Do Cooperation Germany.Gößling

Il 24 febbraio 2010, vengo tesserato dal Dott. Paolo Pierantozzi come socio ordinario a Palermo dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport.

Il 18 dicembre 2010, ricevo la carica di Segretario Nazionale FIHAP.

Dall'11 maggio 2011, sono stato accettato come allievo dal Maestro Coreano Chang Jae-Hee (8° Dan di Taekwondo della WTF), dalla U-Chong Taekwondo Hapkido Family e dalla Yong - In University.

Dal 16 giugno 2012, sono stato Nominato Referente Responsabile Esaminatore per l'Italia da parte della World Hapkido Martial Arts Federation (Korea del sud). Successivamente anche il mio Maestro Giampiero Leonardi 6° Dan e stato Nominato Referente Responsabile Esaminatore per l'Italia dalla W.H.M.A.F.


 


L'Hapkido e’ un’arte marziale semplice e molto adatta alla difesa personale. L'Hapkido non prevede tecniche spettacolari ma punta ad economizzare tutti i movimenti per meglio raggiungere lo scopo. Le tecniche dell’Hapkido sono infatti basate su movimenti del corpo diretti e circolari molto facili da imparare. Come in tutte le arti marziali anche nell'Hapkido si sviluppano alcune capacità come sono il controllo dello stress, la disciplina, la fiducia in se stessi, il benessere fisico e la concentrazione. Sotto il profilo storico l'Hapkido viene codificato dal gran Maestro Yong Shul Choi, classificandosi come una delle arti marziali più recenti, creata in Corea. Hapkido letteralmente significa:

Hap coordinazione, Ki energia, Do arte, via, strada da percorrere; in sintesi significa la via del potere coordinato. L' Hapkido è un'arte marziale che ha saputo sapientemente fondere i movimenti del taekwondo, dell'Aiki-Jitzu e del Ju-Jitsu.

L'Hapkido (o Hap Ki Do, 합기도 in hangŭl, 合氣道 in hanja) è un'arte marziale coreana. In lingua coreana, Hap significa "coordinazione" o "unione"; Ki descrive l'energia interna, lo spirito, la resistenza, o laforza; e Do significa "arte" o "via".Hapkido viene quindi tradotto letteralmente come "unione-energia-via", ma è più spesso reso come"la via della coordinazione dell'energia" o "l'arte della coordinazione della forza"; il nome, così come l'arte marziale, è affine e derivante dall'Aikido giapponese fondato dal Maestro Morihei Ueshiba (植芝盛平). Condivide i principi di armonia tra aggredito (ruolo di Uke) e aggressore (ruolo di Tori). L'Aikido incentra la sua principale attenzione al centro del corpo dei due avversari che, fondendosi, formano un centro "sociale" di cui il Tori fa tesoro, appropriandosene e neutralizzando l'aggressore con l'impiego delle sua stessa forza.

L'Hapkido impiega leve, punti di pressione, proiezioni, calci e altri colpi principalmente per la difesa personale. I praticanti di Hapkido imparano a usare e controllare il loro peyang e quello di colui che attacca. Questo perché l'Hapkido enfatizza i movimenti circolari, i movimenti senza opporre resistenza e il controllo dell'avversario.

Benché l'Hapkido contenga sia tecniche di evasione che techiche di entrata, la fine di molte situazioni consiste nell'avvicinarsi all'avversario per effettuare colpi a breve distanza, leve o proiezioni. Il praticante di Hapkido cerca quindi di avvantaggiarsi attraverso tecniche, cercando di evitare l'uso di forza contro forza.

Altra disciplina sportiva simile al tae kwon do è l'hap ki do. Nato da una fusione tra il taekwondo e l'aikido, utilizza tutto il corpo e impiega gli arti in modo indipendente. Per questo motivo, gli atleti raggiungono una notevole coordinazione dei movimenti. Il fine dell'hapkido è quello di neutralizzare gli attacchi degli avversari: si cerca di intrappolare gli arti con cui vengono scagliati gli attacchi e poi si tenta, attraverso leve e bloccaggi, di fermare definitivamente l'aggressore.

L’Hapkido esalta l’unificazione di corpo, mente e spirito, la perfezione della natura umana, la responsabilità sociale e l’uso appropriato della forza. Combina tutti i più importanti settori tecnici; le tecniche di autodifesa sono caratterizzate da un flusso continuo di colpi, parate, prese e proiezioni. I movimenti circolari, costanti e fluidi sono studiati per armonizzarsi con la forza dell’avversario, l’energia viene generata facendo uso di ogni parte del corpo. Lo sviluppo dell’energia interiore è fondamentale per tutto l’allenamento, perché consente di migliorare le proprie condizioni fisiche e di raggiungere una maggiore efficienza nelle tecniche di autodifesa. Lo scopo essenziale dell’Hapkido viene espresso dai significati attribuiti al suo nome.

La difesa personale concentra il suo studio su specifiche tecniche di salvaguardia della persona. I corsi sono standard e specifici, quest’ultimi si dividono per tipologia di utente: per donne e per over 50 anni. I corsi standard, non prevedono passaggi di grado come nelle arti marziali tradizionali, vengono impostati su due livelli: i principianti che non hanno mai praticato arte marziale e/o sport da combattimento e gli esperti già praticanti di arti marziali e/o sport da combattimento. Nei corsi specifici per donne vengono trattate tecniche antistupro, parate e attacchi specifici, posture e movimenti più difensivi e organizzati da adottare come prevenzione di scippi e borseggi e corretto utilizzo del proprio corpo. I corsi specifici per over 50 anni si concentrano sulla conoscenza e sull’utilizzo del proprio corpo, sul recupero delle flessibilità e potenzialità energetiche, nella consapevolezza di poter agire tecnicamente e con prontezza.


 

L'Hapkido è dunque indispensabile per chi voglia avere una base solida di difesa personale, controllando la sfera emozionale e motoria. Aumenta la concentrazione, la conoscenza del proprio corpo, l'autostima e l'etica comportamentale. Se si ha la tecnica, non c'è bisogno di avere muscoli poderosi per cavarsela di fronte agli aggressori. La sua natura lo rende perciò adatto a chiunque, uomini, donne e ragazzi di ogni età, dai 4 ai 60 anni.

Quello che ancora non conoscete dell'Hap ki Do

 

Tutti possono praticare queste discipline orientali: i bambini, i ragazzi, gli uomini e le donne. Grazie alla pratica quotidiana si acquisisce dinamismo e sicurezza interiore con benefici psichici quali la creatività, l'autocontrollo, il rispetto per l'avversario, la conoscenza più approfondita del proprio io: in ultima analisi un equilibrio tra livello fisico, emozionale e mentale. In sostanza le discipline marziali proposte dal Il Drago e la Tigre permettono di raggiungere una buona forma fisica, il controllo delle attività mentali (concentrazione, calma, equilibrio, coordinazione) e un'ottima capacità di difesa personale.

 
 

Il programma si divide in 20 gradi. I primi dieci vengono definiti come gradi allievi o Kup. Questi vengono identificati con una cintura che varia di colore con l’avanzare dell’esperienza e dei programmi svolti. I colori delle cinture variano da bianco, giallo, verde, blu, rosso e nero. I gradi pari hanno un colore di cintura unico, i gradi dispari portano una cintura bi-colore fra quello precedente ed il successivo. Nell’allacciare la cintura al do-bok, il colore del grado superiore va sempre in alto.

I dieci gradi successivi vengono definiti tecnici o Dan. Il termine “tecnico”, indica che da quel momento in poi è possibile sostenere l’esame per diventare insegnanti e poter aprire una propria associazione di Hapkido.

Normalmente i programmi tecnici terminano con il raggiungimento del quinto o del settimo Dan in base all’organizzazione di appartenenza. Nella nostra, il settimo. I gradi successivi vengono assegnati per meriti di insegnamento, maturazione tecnica, impegno nella divulgazione in altri paesi o inserimento di nuovi elementi e modifica dei programmi esistenti.

I programmi kup, mirano ad insegnare tutte le principali tecniche e difese di base. Posizioni e spostamenti, tecniche di difesa e di attacco, di caduta e rotolamento a terra, di respirazione e coordinazione del corpo, prima serie di punti di agopressione sui punti nevralgici del corpo.

Si impara a fronteggiare i diversi attacchi portati con gli arti superiori (pugni, tagli, gomitate), con gli arti inferiori (calci e ginocchiate) e con le prese, sino alla lotta corpo a corpo con proiezioni, contro-proiezioni, leve e immobilizzazioni a terra.

Durante questo studio vengono individuate e studiate le distanze del combattimento(lunga, media, corta e corpo a corpo, combattimento in piedi o a terra) e quinti l’uso delle diverse armi (gambe, braccia, corpo) man mano che la distanza diminuisce. Inoltre, si apprende l’uso dei passi e delle posizioni, come uscire dalla linea di attacco avversaria, come utilizzare l’intero peso del proprio corpo per potenziare una tecnica e come reindirizzare o utilizzare la forza dell’avversario contro di lui.

I dieci kup rientrano a loro volta in due livelli di studio

  • Il primo livello comprende i kup dal decimo al sesto. In questo primo livello i tipi di aggressione sono divisi per categorie per semplificarne l’apprendimento e concentrarsi meglio sugli esercizi e le sezioni di studio.
    1. Sezione di apprendimento – studio dei colpi, studio delle cadute, studio delle leve, studio delle proiezioni…
    2. Sezione di difesa – difesa da attacchi arti inferiori, difesa attacchi arti superiori, difesa da prese frontali….

Al termine del primo livello tutti gli allievi sostengono un esame nazionale che serve a testare le proprie abilità a metà percorso. In questi esami vengono testati anche gli istruttori (Sa bom-nim), il loro modo di insegnare ed i difetti dei propri allievi, in modo da poterli mettere al corrente di eventuali pecche o aggiornarli sui programmi didattici.

Il secondo livello comprende i kup dal quinto al primo. Nel secondo livello le aggressioni e le difese spaziano nei diversi settori senza un ordine preciso ma solo in base alle esigenze della difesa.

  1. 1. Dalla lunga alla media alla corta distanza sino alla lotta in piedi ed a terra. Come passare da una tecnica all’altra e come sfruttare i principi del cerchio, acqua ed armonia in modo da dominare l’avversario.

Inoltre vengono studiate delle sezioni particolari di lotta che comprendono il divincolamento e la difesa in diverse situazioni critiche, come prese e strette su varie parti del corpo, sui capelli, sulle gambe e sulle braccia.

Completato il secondo livello si sostiene un secondo esame nazionale che conferisce all’allievo l’agognata cintura nera ed il titolo di 1° Dan.

I programmi Dan si sviluppano con un lavoro molto più “fine” e tecnico. Non si tratta più solo di inserire nuove tecniche, ma di introdurreuna serie di esercizi che mirano a sensibilizzare il corpo ed a permettergli un maggior adattamento alle diverse situazioni. Improvvisamente, grazie a questi esercizi si apprende la radice comune delle varianti ed allo stesso tempo una sola tecnica mostra le più incredibili moltitudini di impiego. Le tecniche si contraggono e moltiplicano in modo indefinito e le teorie divengono ancora più applicative ed efficaci. La sensibilizzazione del corpo non solo consente una maggiore ergonomia di movimento, ma permette di poter contrastare gli attacchi senza conoscerne traiettorie e bersagli, in una frase, qualsiasi tipo di attacco non prestabilito.

A questo livello vengono svolti dei programmi specialistici e vengono incoraggiati anche gli scambi con altre discipline non solo per testare l’efficacia del sistema ma soprattutto per osservare il combattimento da diversi punti di vista.

N.B. L’Hapkido è nato dalla fusione di diverse discipline. Pur avendo una propria identità che gli permette di vivere senza essere trasformato o deturpato da allievi “innovatori”, continua ad evolversi per mantenere il suo primato di arte marziale efficace ed ideale nella difesa personale e nell’insegnamento.

L’Hapkido è un Oceano, Talmente vasto da non poter scorgere i propri confini, talmente profondo da non poter vedere le meraviglie che contiene, ma semplice e concreto nei suoi principi. Dopo tutto, per quanto può essere grande il mare è pur sempre fatto solo di acqua.

In questi programmi superiori la difesa viene espansa a due o più attaccanti, vengono studiati minuziosamente tantissimi punti di agopressione ed il modo di utilizzarli durante il combattimento. Viene enormemente approfondito il combattimento in posizione seduta o a terra con l’avversario in piedi o nelle nostre stesse condizioni.

Inizia lo studio delle sette armi principali dell’Hapkido:

Tan gom= Coltello (qualsiasi tipo di coltello o oggetto simile) ed anche spada corta

Tan bong= Bastone corto (circa 20-25 cm con o senza cordicella (sfolla-gente)

Cian bong= Bastone lungo (circa 20 cm oltre l’altezza del praticante)

Tang gian= Bastone da passeggio ricurvo (anche ombrello)

Kom= Spada lunga ricurva (simile alla satana giapponese)

Ciul= Corda o cintura (qualsiasi oggetto similare per colpire, frustare o legare)

-----= Oggetti di uso comune (tenuti in mano o lanciati) utilizzati con le dinamiche delle armi precedenti

-----= Difesa da pistola o fucile (introdotta recentemente per le forze dell’ordine o nei paesi dove è legale portare con se un’arma da fuoco.


 
 

L’uniforme ufficiale per la pratica dell’Hap Ki Do si chiama Do Bog: vestirsi dell’arte ed è composta da un pantalone ed una giacca di cotone simile a quella del Judo. La lunghezza dei pantaloni arriva sino alle caviglie, la giacca, aperta sul davanti, si chiude avvolgendosi sul davanti sino ai lati del corpo e copre il bacino e le braccia sino ai polsi. Su tutta la giacca è ricamato un disegno a losanghe che serve a renderla più resistente alle trazioni, senza appesantirla ulteriormente. Alla vita della giacca viene legata una cintura che ne distingue il grado di appartenenza. La cintura, che avvolge la vita per ben due volte, viene allacciata sul davanti in modo da far vedere un unico passaggio e le due estremità devono essere di eguale lunghezza, più o meno sino alla fine della giacca.

Sul petto è possibile far ricamare il simbolo della propria associazione/scuola di appartenenza e dopo l’acquisizione della cintura nera è inoltre possibile far ricamare sulla schiena la scritta Hapkido in italiano o coreano e la palestra di appartenenza.

I colori dell’uniforme variano in base ai gradi raggiunti:

Gradi inferiori: Kup Nei gradi inferiori la divisa è di colore bianco con le losanghe nere, varia solamente il colore della cintura.

Gradi superiori: Dan Conquistando la cintura nera, anche i bordi dell’uniforme diventano neri.

Allenatore, Istruttore: Con la qualifica di insegnante si ha diritto ad indossare il pantalone nero.

Maestro: Oltre il quarto dan, si indossa un Do Bok interamente nero con losanghe bianche.

Grand Master: Finito l’intero sistema si ha diritto ad indossare il Do Bok nero con losanghe rosse.

Uniforme speciale: In presenza di un proprio allievo che ha raggiunto egli stesso il titolo di Grand Master, si indossa un Do Bog nero con losanghe gialle.

L’uniforme non rappresenta solo un aspetto esteriore dell’arte ma possiede un significato più profondo; il Do Bok contraddistingue l’appartenenza ad una famiglia, ad un ordine, o per l’appunto ad un’arte marziale, a cui si deve rispetto e cura. Indossare un’uniforme pulita e ben messa rappresenta una delle regole basilari della palestra e dimostra dedizione, educazione, rispetto e disciplina. Nonostante molti fautori di sistemi moderni dichiarino di non apprezzare le divise “classiche”, in un modo o nell’altro si finisce per adottare una propria divisa e comunque si mantiene sempre un certo rispetto per l’abbigliamento, facendo indossare una maglietta bianca ai novizi ed evitando disegni e scritte vistose.


 

Hap Significa "armonia" - "coordinazione

"Ki Significa "energia" - "spirito”

Do Significa "Arte" - "Via" - "cammino spirituale"

Sebbene non sia corretto attribuire la nascita dell’Hapkido ad un solo uomo, uno dei più importanti pionieri nella sua storia è sicuramenteChoi Young-Sool (1904-1986).
Nel 1909, la Corea fu occupata dai giapponesi che, tra le altre cose, deportarono nella loro terra un gran numero di giovani coreani per utilizzarli come operai o servi nelle proprie case. Intorno al 1912, anche il giovanissimo Choi fu portato in Giappone (rapito da un mercante di dolciumi giapponese chiamato Morimoto) e costretto a cambiare il proprio nome in Yoshida Tatujutu, visto che il governo giapponese cercava di imporre la propria cultura e cancellare quella coreana per mantenere un maggiore controllo. Choi non aveva un carattere facile e si opponeva con tutte le sue forze alla situazione, così, Morimoto, appena dopo essere giunto nel suo villaggio natale, decise di abbandonarlo a sé stesso. Il giovanissimo Choi dovette affrontare molte disavventure (mendicare, subire percosse dagli altri ragazzi in quanto straniero, essere arrestato), ma alla fine, grazie all'intervento di un monaco buddista di nome Kintaro Wadanabi, entrò a far parte dellafamiglia Takeda, dove studiò il Ju-jitsu Daito-Ryu per i successivi trent’anni. Sokaku Takeda (1859-1943) era a capo di una scuola di Daito-Ryu Aikijujitsu, uno dei più antichi ed efficaci sistemi con tecniche a mani nude della storia giapponese e fu uno dei metodi che più influenzarono anche Ueshiba Morihei, il fondatore dell’Aikido.
Lo stile, derivato dall'antico Jujitsu giapponese, usa principalmente tecniche di bloccaggio del gomito e della spalla come difesa ad attacchi con armi e a mani nude. Utilizza leve, disarticolazioni, proiezioni ed un numero limitato di colpi.
Il ruolo specifico di Choi nel Daito Ryu è ampiamente discusso. Vista la posizione sociale che un coreano poteva avere in quel periodo, non ci sono documenti scritti che testimoniano gli studi di Choi. Nella storia orale, è descritto in modo vario, con vesti che variano dall’umile servitore presente alle sedute di allenamento a quelle di un figlio adottivo divenuto uno degli istruttori più capaci di Takeda. Indipendentemente da ciò, non v’è dubbio che Yong Sul Choi tornò in Corea con un bagaglio formidabile di tecniche marziali e la sua preparazione ed abilità vengono confermate dai diversi combattimenti che sostenne contro diversi avversari che volevano saggiare la sua bravura e che puntualmente, dopo essere stati sconfitti, divennero suoi allievi o discepoli. Nel 1945, liberata finalmente la Corea, Choi poté tornare in patria e riprendere il suo nome originario. Sfortunatamente il rientro non fu dei più semplici, durante il viaggio gli vennero rubate tutte le valigie, che contenevano fra le altre cose anche tutti i suoi soldi e tutti i certificati che Sokaku Takeda gli aveva rilasciato.

Choi iniziò ugualmente ad insegnare l'Aiki-Ju Jitsu Daito-Ryu sotto il nome di Hapki Yu-Sul, o semplicemente Yu-Sul (il vecchio nome giapponese avrebbe creato non poca diffidenza nei coreani), ma la sua occupazione principale era allevare maiali. Si alzava prestissimo tutti i giorni e si dirigeva alla birreria Suh dove otteneva gratis torba di grano grezzo, alimento per i suoi animali. Durante il 1947, una mattina, Suh Bok Sop (figlio ventenne del padrone della birreria e cintura Nera di Judo) osservò attraverso i vetri del suo ufficio come alcuni uomini si stavano picchiando per la torba di grano e vide uno di loro difendersi contro vari attaccanti senza troppi sforzi. Suh mandò fuori il suo segretario a prelevare quell'uomo, al quale, una volta dentro il locale, domandò: - Che tipo di Arte Marziale stai praticando? - Perché me lo chiedi? Rispose Choi. - Io sono Cintura Nera di Judo e voglio imparare la tua arte per utilizzarla nei campionati. Gli rispose Suh nell'atto di sospingerlo a terra. Choi con una semplice torsione riuscì ad atterrarlo, replicando il gesto per ben due volte. Suh, umilmente, gli chiese di accettarlo come discepolo.
Choi e Suh arrivarono ad un accordo: Suh promise al maestro tutta la torba di cui avesse bisogno; in cambio Choi lo avrebbe allenato nella palestra della birreria. Di lì Suh Bok Sop cominciò il suo apprendistato di Aiki Jutsu (Yu-Sul).
Tempo dopo, a Seul, Choi fu sfidato da Sea Oh Choi, un esperto di Tang Soo Do (arte simile al Tae Kwon Do, ma dalle pose e modi più tradizionali). Sea uscì sconfitto da quella sfida, eppure convinse Choi della validità del proprio stile a tal punto che egli stesso, con l’aiuto suo e dell’allievo prediletto Suh, studiò un nuovo metodo connotato ad un modo particolarmente fluido di usare il proprio corpo, simile all’Aikido. E infatti il nome finale della nuova arte sarà Hapkido, che altro non è se non una translittazione in coreano dei caratteri della parola giapponese.
Il primo nome che l’arte prese fu Yu kwon Sul, dove l’aggiunta del termine “Kwon”, indicava una maggiore considerazione delle tecniche di calcio e pugno.
In realtà il moderno Hapkido differenzia dallo stile originario per uno studio maggiore dei colpi (calci, pugni, gomitate e ginocchiate), una maniera più dinamica di utilizzare le leve, le proiezioni, le lussazioni ed i bloccaggi inserendo molte tecniche di evasione e movimento e l'introduzione di diverse armi bianche (bastone lungo, corto e medio, da passeggio, coltello, corda).

 




I più validi tra i primi allievi di Choi furono senza dubbio Bok Sub Suh, Jin Han Jae eMoo Hong Kim e Kwang Sik Myung. L'Hapkido non fu l'unica arte marziale a derivare dallo stile del M° Choi
Ecco una elencazione degli principali stili derivati dallo yusul/hapkido :
Hwarang-Do : fondato nel 1961 dai fratelli Jo Bang Lee e Jo Sang Lee .
Bisul : fondato nel 1961 da Kyun Sun Park.
Yu Kwon Sul : così come insegnato da Bok Sup Suh, dal 1958 al 1962 e dal quale si formò la Daehan Kido Hwe (Associazione coreana di Kido) che ebbe vita dal 1963 al 1986.
Han Pul : fondato da Jeong Yun Kim nel 1963.
Kuk Sul Won : fondato da In Hyuk Suh nel 1965 e rifondato, con marchio registrato, nel 1974.

Tra i molti maestri che hanno contribuito alla nascita ed allo sviluppo dell'Hapkido nominerò e descriverò solo principali e quelli che dalle origini sono arrivati sino alla nostra generazione.
Il primo è più importante è sicuramente il M° Ji Han Jae, riconosciuto ufficialmente come il padre dell'Hapkido moderno. Il M° Jae Studiò con il Maestro Choi per diversi anni e successivamente anche con altri Maestri imparando nuove tecniche a mani nude ed armi differenti(principalmente i calci del Tae Kyon, le tecniche di Jang-Bong (bastone lungo), Dan-Bong (bastone corto) e tecniche di meditazione e concentrazione(Mu-Yom), che successivamente mescolò abilmente insieme, ottenendo un'incredibile arte marziale, dinamica e completa, capace di adattarsi ai diversi tipi di avversari, esperti di boxe o di calci, lottatori, avversari armati.
Dalle fusione dei quattro elementi (Hapki Yu Sul, Tae Kyon, armi, e tecniche di meditazione), nasce la prima versione dell'Hapkido, ed il Maestro Ji fu il primo ad utilizzare questo nuovo termine distintivo. In segno di rispetto verso il suo Maestro, in seguito egli sostenne che era stato lo stesso Choi a usare per primo questo nome. Questa affermazione, successivamente si ripercosse contro di lui in maniera significativa.
Nel 1969 Ji venne inviato negli Stati Uniti all'interno di un programma di scambio tra il Pentagono e il governo coreano; una volta lì, si occupò dell'addestramento di alcune guardie del corpo del presidente Nixon, di alcuni agenti dell'FBI e di diversi corpi speciali. Durante la sua permanenza in America Il M° Ji Han Jae partecipò anche a diversi film, sia come attore che come coreografo, mettendo in evidenza le particolarità di questo nuovo stile di combattimento. Partecipò anche alla lavorazione dell’ultimo film di Bruce Lee (L’ultimo combattimento di Chen). Nel film Lee doveva affrontare 5 lottatori, ognuno esperto in un diverso settore di lotta per portare a termine la sua missione.
I suoi 5 avversari erano collocati all’interno di una pagoda a cinque piani ed ognuno ne presidiava uno, in base all’abilità combattiva che, secondo l’idea di Lee, il guardiano e la sua arte rappresentavano. Il Maestro Jae, con il suo Hapkido era a guardia del quarto livello, a dimostrazione della validità, della versatilità e della completezza dell’arte. Fra i due maestri ci furono anche degli scambi tecnici. A Lee, piacquero molto i disimpegni per uscire fuori da alcuni tipi di leve e proiezioni ed alcune tecniche di lotta a terra, mentre Jae, incorporò nel suo Hapkido alcuni concetti teorici del Jeet kune do, che permisero un’ulteriore evoluzione dell’arte.
Nel 1979 il presidente coreano Park Chung-Hee rimase vittima di un attentato; il suo assassino, Kim Chae-Kyu, era il capo dei Servizi Segreti coreani e allievo del gran maestro Ji Han Jae, così, anch'egli venne accusato di complicità nell'assassinio e rimase in prigione per circa un anno, dove sviluppò un nuovo sistema di tecniche che chiamò Sin Moo Hapkido(il suo attuale stile di Hapkido). Questa nuova arte era più attenta al lato spirituale della marzialità.
Negli anni '70 furono molti i Maestri di Hapkido che si stabilirono negli Stati Uniti, alcuni fra loro sono stati ex-allievi di Ji Han Jae, tuttavia essi considerino come loro maestro soltanto Choi Yong Sul . Le spiegazioni sono molteplici: alcuni di loro furono allenati anche da Choi, così, considerarono lui più anziano ed autorizzato come detto in precedenza ad utilizzare il termine "Hapkido" scavalcarono il maestro più giovane. Altri maestri considerano Ji corresponsabile della morte del presidente Park, e perciò ancora oggi provano risentimento nei suoi confronti. Altri ancora considerarono degradante per l'Hapkido che nel film “L'ultimo combattimento di Chen”, un maestro di Hapkido, venisse sconfitto con tanta facilità da un "cinese-americano"..
Il M° Kwang Sik Myung, fu uno degli allievi più anziani del M° Choi per quanto riguarda L'Hapki yusul e fu anche allievo del Maestro Ji Han Jae per alcuni anni. Myung ricevette direttamente dalle mani di Choi il 10°dan ed il certificato che attestava di aver completato l'intero sistema dell'HapkiYuSul. Successivamente studiò all'interno di un monastero, ampliando le proprie conoscenze e creando a sua volta un nuovo stile di Hapkido.
Negli ultimi anni sta lavorando per riunire tutte le diverse federazioni di Hapkido presenti nel mondo in una sola, la Word Hapkido Federation.
Essendo l’Hapkido un’arte, che copre tutti gli aspetti del combattimento, negli anni si sono ritrovati diversi Kwn (scuole di pensiero) con lo stesso nome ma con un caposcuola diverso, e differiscono fra loro per esecuzione delle tecniche (movimenti circolari più o meno ampi), per impostazione dei programmi o per il fine prescelto (alcune scuole danno più importanza alla parte salutistica e sulla meditazione, altre al combattimento). La Federazione non vuole riunire gli stili, ma solamente dare la possibilità ai diversi praticanti di ritrovarsi ed allenarsi in grandi eventi mondiali.
Il M° Jae Ho Park fu anch'egli allievo del M° Ji Han Jae. Stabilitosi in California (America) fonda l'International Dae-Myung Moo Do Federation. Il M° Jae Ho Park , esperto anche di Judo e Tae kwon do, oltre all'insegnamento tradizionale dell'Hapkido spinge i suoi Istruttori ad approfondire i diversi campi del combattimento in modo da migliorare ulteriormente l'Hapkido o permettere a praticanti in altre arti marziali di completare il proprio bagaglio tecnico o stile di lotta.